Centro di Consulenza Familiare Santa Costanza APS
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Cicli vitali e Consulenza Familiare

Una buona notizia, per chi sta attraversando faticosamente una fase della propria vita, vivendo un disagio, sperimentando disfunzionalità relazionali e comunicative.
Nello scorrere del nostro stare in un contesto frenetico e di particolare complessità come quello contemporaneo, da troppo tempo in crisi, dove il numero dei soggetti vulnerabili ed i segnali di malessere continuano ad aumentare e si manifestano, sempre più numerose, profonde contraddizioni e sofferenze individuali e sistemiche, tuttavia si può ancora riconoscere e promuovere la valenza positiva, assoluta e concreta, della persona umana.
Concepita quale essere integrato, equilibrato ed armonioso nei suoi molteplici aspetti costitutivi (corporeo, razionale, affettivo-emozionale, trascendentale, decisionale), essa ha in sé molteplici risorse, tutte da scoprire ed accrescere.
Differenti fasi qualificano il ciclo di vita di una persona, una coppia, una famiglia e caratterizzano le varie tappe di sviluppo esistenziale e relazionale, ma i continui e rapidi mutamenti che costellano l’attualità, possono generare stati temporanei di smarrimento. 
In tal caso, chiunque voglia mettersi in gioco verso il cambiamento può rivolgersi a strutture e soggetti qualificati, per iniziare così un percorso innovativo, stimolante e di facile accesso.
È possibile cioè, attivarsi alla ricerca di un sostegno adeguato, che miri al concreto benessere della persona, offerto da professionisti competenti e motivati, che si rendono disponibili a prendersi cura di individui, coppie, famiglie in difficoltà, per favorirne l’evoluzione positiva verso scelte libere e autonome e forme più mature e coscienti di relazioni interpersonali, tali da permettere un’esistenza personale, coniugale, familiare più armonica.
La Consulenza Familiare promuove il funzionamento sano, efficace, consapevole e responsabile del singolo, della coppia e del nucleo familiare, attraverso validi strumenti ed opportunità di informazione, formazione ed aggiornamento educativi messi a disposizione della collettività.
L’approccio socio-educativo permette ai consulenti familiari di entrare in relazione con chi, nel proprio qui ed ora, manifesta delle difficoltà e che è altresì disposto realmente a volgersi verso delle trasformazioni che lo condurranno a migliorare le realtà con se stesso e con gli altri.  
Supponendo un possibile sviluppo ottimale attraverso le fasi dell’infanzia, dell’adolescenza e dell’adultità, vediamo come alla nascita, l’individuo bambino sia attaccato e dipenda in tutto e per tutto dalla madre.
Adeguatamente curato ed amato, si va progressivamente formando quale soggetto autosufficiente che agisce e si differenzia (identificazione), fino a configurare il proprio sé e divenire persona adulta, matura, autonoma, responsabile, consapevole (identità). 
Attraverso processi di indipendenza ed integrazione delle varie componenti che la caratterizzano, essa si forma quale essere unico, capace di percepire, riconoscersi ed affermare specifici bisogni, opinioni, sentimenti, desideri. 
Dopo aver ponderato il rischio di venir ferita, anche profondamente, la persona matura sceglie comunque di aprirsi alla grande opportunità di cimentarsi nell’avventura di voler bene a qualcun altro.
Nel momento, pertanto, in cui incontra un’altra persona particolarmente significativa, ecco che può nascere la coppia, formata dai due soggetti che si piacciono, si fidano e si scelgono nelle proprie unicità, per condividere un progetto di vita insieme, funzionale ed appagante per sé e, al contempo, pure per la felicità del partner.   
Come quello del singolo, anche lo sviluppo della vita di coppia è un processo in continuo divenire, che va custodito ed accudito premurosamente, trasformandolo gradualmente e fin verso la sua piena maturazione e compimento possibili, secondo le peculiarità e gli obiettivi condivisi da entrambi i membri che costituiscono la specifica diade.
Se la relazione affettiva risulta rispettosa delle caratteristiche (pregi e difetti) dei vari soggetti in essere (io, tu, noi), stabile e duratura, potrebbe avvenire il passaggio dal sistema coniugale a quello familiare.
Quest’ultimo è caratterizzato dai differenti ruoli e funzioni evolutive di quanti agiscono le molteplici dinamiche possibili, con l’alternarsi di eventi prevedibili (ad esempio la nascita di un figlio) ed altri inaspettati (tipo una malattia), che possono verificarsi durante lo sviluppo del rapporto tra le varie generazioni coinvolte. 
In particolare, il ciclo di vita familiare è costituito da 6 fasi, cosiddette normative:
- coppia appena formata
- arrivo primo figlio
- famiglia con bambini
- famiglia con figli adolescenti
- famiglia con figli adulti
- coppia anziana.

Ad ogni tappa, il sistema emozionale trigenerazionale affronta nuove situazioni che mettono in crisi le vecchie modalità di funzionamento e occorre, pertanto, apportare dei cambiamenti nell’organizzazione familiare.
Nel caso in cui non si riesca invece a dar vita ad una trasformazione, propedeutica all’evoluzione appunto dell’intero sistema, ecco che esso si blocca e possono sorgere dei problemi.
Se la famiglia non è in grado cioè, di rinegoziare le regole che definiscono le relazioni interne, in maniera flessibile e nuova, si potrebbe verificare un blackout che danneggerebbe profondamente l’intimità tra tutti i componenti.
L’intimità è distintiva di ciascun sistema famigliare e consiste nello strutturare ed organizzare spazi e tempi da trascorrere insieme, in maniera autentica e gratificante per ognuno, ma non è così facile da costruire.
Sia l’ambito duale che quello familiare, giorno dopo giorno, rappresentano esclusive e singolari palestre dove imparare ad esercitarsi nell’arte di amare incondizionatamente l’altro per ciò che davvero è, a comprendersi, prendersi cura delle ferite proprie e altrui, allenarsi a comunicare e persino a litigare, gestendo tensioni e conflitti in modo costruttivo. 
In questo contesto di riferimento appena accennato, con tutte le varianti immaginabili e innumerevoli difficoltà con cui fare i conti, operano i consulenti familiari.
Essi non curano il cliente (così qualificato appunto, perché non è trattato come un paziente), ma piuttosto se ne prendono cura, occupandosi delle situazioni problematiche non patologiche con cui arriva in consulenza.  
Ormai da diversi decenni, i consulenti familiari provano ad aiutare l’altro ad aiutarsi nelle particolari circostanze che possono verificarsi nel corso della propria esistenza, dosando ed agendo tutte le competenze relazionali, organizzative e tecniche nel tempo acquisite ed affinate, in un sano ed originale rapporto di reciprocità, fiducia, collaborazione, corresponsabilità e compartecipazione col cliente che si trova momentaneamente in una impasse, affinché questi possa giungere a percepirsi come una persona nuova in una vita vecchia.
Tutto ciò è possibile grazie alle intuizioni dello straordinario protagonista che, nel secolo scorso, ha rivoluzionato prima la psicologia americana e poi l’intero scenario internazionale, col suo approccio non direttivo centrato sulla persona: Carl Ransom Rogers.
La relazione di aiuto facilita il progressivo disvelamento ed una comprensione ed accettazione consapevoli del proprio sé e delle emozioni principali (paura, tristezza, collera e gioia), che corrispondono a specifici bisogni dell’individuo.
La persona che giunge in consultorio a volte spaventata, confusa, alla ricerca di soluzioni che tuttavia non saranno consigliate dai professionisti (come avviene invece tra medico e paziente), sperimenta l’accoglienza e l’accettazione incondizionata, l’ascolto attivo e la comprensione empatica, senza subire giudizi.
Lavorando all’integrazione di ogni sua parte che lo caratterizza, sarà proprio il cliente, durante il percorso, ad individuare possibili scenari entro i quali attivarsi in maniera nuova, propositiva e protettiva per se stesso. 
Se il cliente manifesterà paura, i consulenti offriranno protezione; se tristezza, consolazione; in caso di collera, calma e la gioia va, senz’altro, condivisa.
La tendenza a funzionare noi per primi, ci spinge contemporaneamente a far funzionare meglio anche tutto quanto il resto all’intorno, in qualunque ambito possiamo trovarci e l’auspicio è quello di favorire autentici e fruttuosi scambi di vissuti, conoscenze ed interrogativi stimolanti che ci permettano di spingerci sempre avanti, verso la piena maturazione del nostro essere persone umane, in grado di raggiungere la good life indicata dallo stesso Rogers.
Le coppie e le famiglie in consulenza, sono anch’esse i clienti che vengono adeguatamente accolti ed accompagnati verso la costruzione, la crescita, il consolidamento consapevole e responsabile della dimensione relazionale.
Se funzionano, favoriscono lo sviluppo emotivo e la crescita personale dei vari componenti; al contrario, le interazioni di uno o più soggetti secondo modalità lesive, possono generare l’arresto, o comunque il rallentamento del benessere individuale e sociale delle varie realtà cui appartengono.  
Prendersi cura delle peculiarità di una coppia o una famiglia è lo scopo dei consulenti che, debitamente formati, sostengono le persone affinché si aprano all’ascolto concreto delle istanze proprie e reciproche, al cambiamento possibile e all’adozione di nuove e migliori modalità comunicative e relazionali.
Il cliente decide quale possa essere il proprio obiettivo, realistico e possibile, da condividere nell’arco del percorso consulenziale e da raggiungere grazie alle sue forze interne nel frattempo riattivate.
Non tutte le crisi però si risolvono; può capitare infatti, che uno o più persone non vogliano, oppure non riescano ad investire risorse personali e comuni, allo scopo di far fronte ai tempi bui.
Così le difficoltà, i problemi, le incomprensioni possono diventare talmente pesanti e logoranti che per far cessare il disagio, è meglio intraprendere la via dell’allontanamento transitorio, oppure il completo epilogo del legame affettivo.
Nel caso in cui durante uno o più dei suddetti periodi, si dovessero verificare degli eventi extranormativi, straordinari e traumatici, quali improvvisi lutti, perdite o abbandoni, incidenti, dipendenze, disabilità o infermità, licenziamenti o pesanti crisi economico-finanziarie, oppure si dovessero attivare aspetti negativi della personalità di uno o più congiunti, bisognerà tempestivamente cercare un valido aiuto esterno, nel tentativo di arginare la gravità delle problematiche che potrebbero presentarsi a minacciare il benessere singolo e quello degli altri componenti.
Tra i tanti, casi particolarmente significativi e frequenti sono quelli di separazione/divorzio (soprattutto in presenza di figli) e degli episodi di violenze domestiche.     
Quando due coniugi si separano o divorziano, non esiste più la coppia, ma la famiglia deve assumere una nuova strutturazione e, nell’ipotesi di una famiglia ricostituita, la formazione della nuova coppia non precede più la costituzione della diade genitoriale, che si ritrova ad allevare figli già in età più o meno avanzata.
In ogni caso, occorrerà trovare il modo migliore per non far scatenare o comunque prendersi cura del senso di colpa che potrebbe instillarsi nella prole, troppo spesso convinta di essere essa stessa la causa dello smembramento della coppia genitoriale di riferimento. 
E’ fisiologico che situazioni nuove generino delle crisi, scatenando la sensazione di fragilità in quanti sono coinvolti; è dunque auspicabile l’attivazione di un atteggiamento resiliente, soprattutto se i componenti del sistema famigliare, sicuri della solidità del legame fondato su fedeltà e fiducia reciproche, assecondano ed agevolano, responsabilmente e solidalmente, una scelta finalizzata ad un cambiamento più adeguato delle proprie regole e ad una ridefinizione dei confini che, nello stadio precedente, facevano funzionare l’organizzazione familiare. 
Occorre grande flessibilità nel rinegoziare concordemente il tutto, al fine di creare nuovi equilibri e ruoli funzionali efficaci.
Compito evolutivo della coppia e della famiglia è quello di impegnarsi nella creazione di un sistema sano, dialettico e dinamico, rifugio dalle tensioni esterne e realtà che favorisca l’apprendimento, la creatività e la crescita dei singoli e delle loro relazioni.
Consapevolezza e benessere personale, comunicazione relazionale adeguata, chiara definizione dei ruoli e dei compiti di ciascun soggetto sociale, elaborazione dei lutti, superamento di eventi traumatici occorsi, sono soltanto alcune delle mete raggiungibili attraverso le conoscenze, abilità e competenze dei consulenti familiari che offrono ed integrano il proprio lavoro in équipes multidisciplinari, tenute al rispetto del segreto professionale.
Solitamente, queste ultime sono attive presso i vari centri operanti sul territorio, sensibilmente attente ad intercettare i bisogni, anche inespressi, delle realtà locali e periodicamente si sottopongono alla supervisione, alla formazione e all’aggiornamento di chi ne fa parte.
Lo stile d'intervento, seppure caratterizzato dalle diverse sfumature e specializzazioni proprie dei singoli caregivers, prevede, in ogni caso, l'unità degli intenti e dell'approccio terapeutico che scaturisce dalla comune formazione di base ricevuta, secondo i principali dettami di alcune delle scuole aderenti alla cosiddetta psicologia umanistica, che si rifà ai dettami rogersiani, più che mai attuali ed incisivi.

Valentina Vignoli

Opere di riferimento ivi consultate:

ROGERS C. R., UN MODO DI ESSERE I Più Recenti Pensieri dell’Autore su Una Concezione di Vita Centrata sulla Persona, Giunti Editore, Italia 2012 e LA TERAPIA CENTRATA SUL CLIENTE, Giunti Editore, Italia 2016.



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